Anche a dicembre, le quotazioni dei metalli non ferrosi vedono una tendenza al ribasso: la contrazione dei prezzi continua a rimanere costante senza alcun accenno di ripresa.
L’alluminio riesce ad attenuare l’andamento discendente iniziato a metà ottobre, chiudendo con un -2% (2645 $/ton). Stessa sorte negativa per il rame, che scende a 9404 dollari la tonnellata con una perdita del -4,5% rispetto al mese appena trascorso.
Secondo la società mineraria cilena Codelco, la maggiore produttrice di rame al mondo, le previsioni 2022 sul metallo rosso non sono ottimiste. I futuri risvolti politici in Cile e in Perù
avranno un impatto decisivo sia sul settore nazionale del rame che sul mercato globale.
In ogni caso, come a novembre, il calo generale delle quotazioni è dato in misura maggiore dal crollo del costo del carbone in Cina. Gli effetti delle politiche di contenimento adottate dal governo, infatti, si sono fatti subito sentire con un inasprimento delle regole borsistiche per la negoziazione dei prezzi dei prodotti più rilevanti.
Seppure in modo lieve, anche lo zinco subisce un decremento: a metà dicembre, si assiste a una variazione negativa del -0,8% (3400 $/ton).
Infine, per quanto riguarda il nichel, dopo il massimo di 21.125 $/ton del 24 novembre scorso, si osservano nuovi ribassi che arrivano a toccare livelli minimi mai raggiunti negli ultimi due mesi. Le quotazioni del 20 dicembre al London Metal Exchange (LME), infatti, si attestano a 19360 dollari la tonnellata, con una flessione dell’8,4% sul mese precedente.